Come nasce un profumo? Quali ingredienti si usano e come si combinano per creare un profumo che esprima qualcosa di universale, al di là delle mode passeggere? Queste sono le domande che si è posto Lorenzo Villoresi fin dal 1990, quando ha iniziato il suo viaggio di scoperta nel mondo dei profumi, e alle quali ha risposto aprendo nel 2019 a Firenze il Museo Villoresi, in via de’ Bardi 12, a un quarto d’ora di cammino dall’Hotel Principe. 

Il viaggio di Lorenzo è iniziato in Medio Oriente, dove andava spesso per il suo lavoro di ricercatore universitario, e dove è rimasto affascinato dalle spezie e dai loro aromi penetranti e suggestivi. Studiando la materia con l’aiuto di profumieri e chimici ha iniziato a fare esperimenti di distillazione e composizione: pgslot così come ama cucinare, mescolando ingredienti diversi e rifacendosi alla cucina dell’antica Roma e dell’Oriente, anche con le essenze ama sperimentare accostamenti diversi e osservare come reagiscono le materie prime entrando in contatto fra loro. Quindi ha iniziato a creare profumi per gli amici che a loro volta lo stimolavano a produrne di nuovi: “Me lo puoi fare più fresco? Più floreale? Più fruttato?”. 

Lorenzo Villoresi © Guglielmo de Micheli

 

La molla che lo ha spinto a trasformarsi da sperimentatore a maestro profumiere è stata la passione, racconta la moglie Ludovica: “Quando Lorenzo si appassiona a una cosa, la studia fino in fondo”, pgslot e così la creazione di fragranze è diventata un’attività a tempo pieno, in continua evoluzione, ed è nata la Maison Villoresi con la sua collezione che oggi comprende non solo profumi, ma anche pot pourri, candele profumate, incensi in grani e molto altro.

Una visita guidata al museo (in italiano o inglese e, su richiesta, in altre lingue) permette di avvicinarsi ai profumi seguendo le orme di Lorenzo. All’inizio si incontrano infatti le materie prime, suddivise per famiglie, e alcune di queste si ritrovano anche nel giardino ricavato sul terrazzo, dove Ludovica Villoresi coltiva un’ottantina di piante usate in profumeria, tra cui patchouli e frangipani, e una collezione di agrumi dalla quale non può mancare il bergamotto. Sono piante che di rado si vedono “dal vivo”, pgslot perché originarie di paesi lontani… e la sfida di Ludovica è proprio quella di farle crescere a Firenze.

Il cuore del Museo è poi l’Osmorama, una biblioteca contenente oltre 1000 odori, tra cui quelli di materie prime che di solito non sono accessibili al pubblico, oltre a tante fragranze naturali (come quelle di rosa, ciascuna delle quali è diversa a seconda del paese di provenienza), e a materie di sintesi che possono essere buone quanto quelle naturali, come l’alcol responsabile dell’odore dell’erba (che viene usato perché distillando l’erba non si otterrebbe lo stesso odore, quindi occorre sintetizzarlo).

Un viaggio di scoperta da fare lasciandosi guidare dal naso e riscoprendo grazie ai profumi la sensualità nascosta dentro di noi.

Atelier Lorenzo Villoresi: il nuovo negozio. © Guglielmo de Micheli
Museo Villoresi © Claudia Cataldi_The Factory

Il giardino di Museo Villoresi © Guglielmo de Micheli